Cessione del credito Iva: una distinzione imprescindibile
La cessione del credito è un istituto complesso, come forse alcuni di voi già sapranno, e lo è per almeno due ordini di ragioni. La prima è rappresentata dalle varianti esistenti, che sono numerose. La seconda è costituita invece dagli usi possibili, che spesso trascendono l’ambito della gestione del credito (ambito originario) e coinvolgono funzioni importanti come quelle inerenti al finanziamento delle imprese.
La cessione del credito è diventata quindi nel tempo uno strumento di finanziamento a tutti gli effetti, una opportunità per quei soggetti che non riescono a recuperare i propri crediti e si trovano di conseguenza in crisi di liquidità.
Per quanto riguarda la questione della cessione del credito Iva, la discriminate è proprio questa. L’attività di cessione consiste in una operazione di finanziamento? Una domanda da cui discendono diverse e importanti conseguenze per i soggetti coinvolti nell’atto di cessione.
Cessione crediti iva: le ragioni dell’esenzione
La distinzione è quindi tra cessioni finalizzate a un finanziamento e cessioni che non producono un prestito. Il legislatore, infatti, stabilisce che le operazioni di finanziamento debbano essere esenti da Iva. Ne consegue che le cessioni-finanziamento non richiedono il pagamento dell’Imposta sul Valore Aggiunto.
Per l’altra categoria, c’è sempre la possibilità dell’Iva per Cassa, che permette di rimandare – in un certo senso – il pagamento dell’imposta. Rimandare a quando? Il legislatore e la prassi giurisprudenziale suggeriscono un momento particolare: quando il debitore avrà saldato il suo debito (e non quando il cessionario ha ricevuto il rimborso).
Un orientamento fondamentale da conoscere per quanti sono interessati a procedere nell’intervento di cessione del credito.